ForumCommunity

Generale

« Older   Newer »
  Share  
_Luc@_
view post Posted on 19/8/2006, 01:07




Se si chiede a Beyoncé cosa vorrebbe che la gente percepisse ascoltando "Dangerously In Love", il suo primo album solista, lei, che come artista ha ottenuto vendite milionarie nel genere urban pop, risponde: “voglio che la gente colga l’influenza di tutti generi che amo, dall'hip-hop, al rock, al jazz. C’è addirittura un campionamento di Shuggie Otis. Voglio che si capisca che sono un’artista vera, non solo una pop star.”
La gente lo capirà sicuramente. Coraggioso dal punto di vista musicale e onesto dal punto di vista dei testi "Dangerously In Love" non è infatti il classico disco solista di una star. Forse è tutto quello che ci saremmo aspettati da Beyoncé e più di quanto avremmo sperato, l’altra faccia di un’artista che la gente ama da tempo. "Dangerously In Love" è equamente suddiviso tra accattivanti mid-tempo, languide ballate e ritmi trascinanti, e mette ben in luce il personaggio Beyoncé per come è oggi: una performer, una donna, una forza creativa con la quale fare i conti. Il tutto condito da una maggiore consapevolezza, da una maggior maturità e passionalità.
"Dangerously In Love" è la colonna sonora di una giovane donna che reclama il posto che le compete e che lo fa ridefinendo se stessa.

Nativa di Houston, Texas, la ventunenne Beyoncé Knowles è uni dei membri fondatori, nonché la principale autrice delle Destiny’s Child, uno dei gruppi femminili di maggior successo della storia della musica. Molti dei successi delle Destiny’s Child vedono Beyoncé co-autrice e co-produttrice; il gruppo ha venduto più di 33 milioni di dischi nel mondo. Quando Beyoncé ha vinto nel 2001 il premio dell’ASCAP (l’associazione americana degli autori, compositori ed editori musicali) come autrice pop dell’anno è diventata la prima donna afro-americana (e la seconda donna in assoluto) a ricevere una tale onorificenza.
Le Destiny’s Child, sotto la guida di Beyoncé Knowles e Kelly Rowland, sono esplose sulla scena mondiale nel 1997 con il loro singolo da multi-platino “No, No, No” tratto dal loro album Destiny’s Child. Quel successo è stato quasi minimizzato dalla pubblicazione di "The Writing's On The Wall" nel 1999. Quel disco avrebbe venduto più di 10 milioni di copie nel mondo, grazie anche a tre singoli da Top 10: "Jumpin, Jumpin", "Say My Name" e "Bills, Bills, Bills", che è stato 9 settimane al primo posto della classifica di Billboard dei singoli R&B.
Un anno dopo che, nel 2000, Michelle Williams era entrata nelle Destiny’s Child, il gruppo ha pubblicato "Survivor" che si è insediato subito alla posizione numero 1 della Billboard 200. Dopo quattro settimane dalla pubblicazione "Survivor" era doppio platino in America e avrebbe venduto nove milioni di copie nel mondo. Nel 2001 le Destiny’s Child hanno vinto due Grammy: Best R&B song ("Say My Name") e Best R&B performance by a Duo or Group ("Say My Name"). Le Destiny’s Child hanno vinto numerosi altri premi, tra i quali il premio di Billboard come artista dell’anno.
Intensa anche l’attività live del gruppo che ha partecipato a numerosi eventi importanti come il Michael Jackson 30th Anniversary Concert Special e il Concert For New York City.

Detto tutto questo occorre sottolineare che "Dangerously In Love" è differente dal progetto Destiny’s Child. “Ovviamente le canzoni del mio album hanno alcune similitudini con la musica delle Destiny”, ammette Beyoncé. “Ma questa volta, visto che ho scritto pensando solo a me, le canzoni sono molto più personali. Ho voluto anche dei suoni un po’ più duri e ho collaborato con persone nuove. Questo disco, in definitiva, è stato l’occasione ed il pretesto per sentirmi cresciuta come interprete e come autrice di canzoni. Ci sono più ballate. Le voci non sono state lavorate eccessivamente dal punto di vista della produzione e, essendo io da sola, non ci sono troppe armonizzazioni. Questa esperienza è stata liberatoria e terapeutica. Mi sono sentita libera, perché potevo entrare in studio e parlare di qualunque cosa volessi, ma da un altro punto di vista è stato più difficile lavorare per conto mio dal punto di vista creativo. E’ importante per me sentire il parere di Kelly e Michelle (le altre Destiny) e sapere cosa ne pensano dei pezzi che scrivo. Sono così critica con me stessa che mi fa un po’ paura dipendere solo dal mio istinto”.
Ad aiutare Beyoncé ad avere fiducia nel proprio istinto ci sono comunque una serie di collaboratori di alto livello, tra questi Missy Elliot, Jay-Z, Sean Paul, Mark Batson, Mario Winans, D-Roy & Mr. B, Big Boi (Outkast), Rich Harrison, Fanatic, Scott Storch e il leggendario Luther Vandross su “The closet I Get To You”. Beyoncé condivide la produzione con suo padre, nonché manager, Mathew Knowles. Il ruolo di Beyoncé è stato importante in ogni fase del lavoro: dalla composizione dei brani alla scelta del materiale, alla produzione, al mixaggio, al mastering. Beyoncé rende omaggio al padre nella traccia nascosta del disco che, giustamente, si intitola “Daddy” ed è stata prodotta da Beyoncé e Mark Batson.
 
Top
0 replies since 19/8/2006, 01:07   163 views
  Share